Concretizziamo i nostri sogni

Raffaele Pallotta di Acquapendente, medico, docente universitario, ammiraglio M.M. (ruolo d’onore), P.P. e socio del R.C. Napoli (Distretto 2100), Governatore 1987-88 del Distretto 2100, Membro del Consiglio Centrale del Rotary International nelle annate 2006-08. Portavoce del Rotary International per l’Europa, l’Africa ed il Medio Oriente dal 1998 al 2000. Rappresentante del R.I. presso  l’UNESCO e la FAO.

Come possiamo noi rotariani realizzare i nostri sogni? Rendendo concreto il nostro impegno d’essere parte trainante di un processo culturale che solleciti gli uomini di buona volontà a prodigarsi in favore di coloro che nel mondo muoiono, a milioni, di fame e di sete. Certo è illusione pensare di poter concretare il sogno di vivere in un mondo in cui non esistano più esseri umani in grado di non poter soddisfare i bisogni essenziali alla sopravvivenza. Anche, però, se riuscissimo a strapparne uno solo alla morte disumana che lo attende, vale la pena di mettercela tutta.
Possiamo contribuire a migliorare la loro cultura,insegnando loro a leggere, scrivere e far di conto, condizioni essenziali perché possano sperare di giungere a un accettabile livello di autosufficienza.

Qualche volta anche i sogni possono, però, trasformarsi in realtà.

Noi che abbiamo la fortuna di svolgere il nostro servizio rotariano in questi ultimi anni abbiamo avuto il grande piacere, e anche il grande orgoglio, di essere tra gli artefici della concretizzazione di debellare la Poliomielite. Ci stiamo riuscendo. Sono ormai pochi i territori nel mondo in cui è ancora presente sia pure in misura molto limitata. Dobbiamo giungere a realizzare il sogno di debellarla totalmente. Tutti noi sogniamo, anche, una vita serena ed equilibrata nelle nostre Comunità. Ed è proprio per tentare di concretare tali sogni che ci siamo impegnati nel Rotary.

Vorremmo che i nostri politici fossero meno astiosi e più tesi a risolvere questioni della Comunità piuttosto delle proprie o dello schieramento di cui fanno parte. Che i loro programmi fossero reali e concreti e non copioni per il teatrino della comunicazione mediatica.

Vorremmo che tutti i magistrati agissero in silenzio, rifiutassero interviste, non ricercassero “colpevoli” di prestigio per affacciarsi alla ribalta della notorietà.

 

Vorremmo che tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, tanto meritevoli e impegnati per la nostra sicurezza, rifiutassero le conferenze stampa in occasione della cattura di questo o quel delinquente, indicato in una sorta di classifica che sembra avvantaggiare i più bravi nel malaffare o i migliori nella latitanza. Affermando che non hanno fatto nulla in più del proprio dovere, eviterebbero di essere indotti dai cronisti a raccontare come hanno fatto ad arrestare i capi e i manovali del malaffare. Si rischia di fornire indicazioni preziose a coloro che non sono ancora riusciti ad assicurare alla Giustizia.

 

Vorremmo poter assistere a un telegiornale, dove i riferimenti alla cronaca nera fossero i più limitati possibile, ammesso che debbano proprio esserci, onde evitare, a chi è affetto da squilibri mentali, di trovare dei modelli che possano procurare un po’di notorietà.

 

Vorremmo un’informazione visiva e stampata, nelle cronache e nei racconti, in cui si evitasse di comunicare che i cittadini coraggiosi, quelli che hanno rifiutato la sottomissione alla legge dell’omertà e della sopraffazione, sono stati ricompensati con l’essere ignorati dallo Stato e colpiti, in modo“concretamente distruttivo e doloroso”, dal malaffare. In tale maniera si fa una vera e propria opera di propaganda a favore della rassegnazione, della paura e della vigliaccheria.

 

Vorremmo non essere più bersagliati da una comunicazione costante sulla potenza della mafia, della camorra o della ‘ndrangheta, con l’evidente debolezza di uno Stato che non sembra poter controllare il territorio e non riesce a impedire le loro attività criminali, ma le combatte come se fosse in guerra con un altro stato autoritario e prepotente.

 

Vorremmo che i film del tipo di quelli della lunga serie della “Piovra” potessero avere una conclusione felice con, finalmente, la vittoria del rappresentante della Legge.

 

Vorremmo città pulite, ordinate e amministratori che non debbano più tamponare le emergenze, ma realizzare dei programmi chiari e a lungo termine. Con competenza e onestà.

 

Vorremmo che ogni cittadino potesse, senza lunghe liste d’attesa, realmente usufruire di un’assistenza sanitaria, privata e pubblica, capace di intervenire rapidamente e competentemente per salvaguardare la sua salute.

 

Vorremmo una vita che scorresse senza bulli, senza facinorosi, senza l’obbrobrio della pedofilia e della violenza sulle donne e senza disquisizioni sulla liceità o meno delle droghe.

 

Noi rotariani non possiamo certamente illuderci di poter risolvere tanti gravi problemi: non siamo così ingenui. Possiamo, però, divenire coscienza critica del Paese con il nostro esempio di modello di vita personale e di associazione, proponendo correzioni di rotta possibili e attuabili, confrontandoci con chiunque sia disposto ad ascoltarci e, per il prestigio e la professionalità dei nostri soci, indurre a sentire anche chi è “duro d’orecchio”.
Altrimenti il “Bel Paese” rischia di diventare solo il nome di un gustoso formaggio.

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