Cellule Staminali: il coraggio del rigore, tra miti e realtà

Camillo Almici, medico, socio del R.C. Brescia Castello (Distretto 2050).

Il tema cellule staminali è divenuto nell’arco degli ultimi anni d’estrema attualità anche per il grande pubblico, per il costante rilievo che i media danno all’argomento. Le cellule staminali occupano la scena biomedica da quando la ricerca ha dimostrato la possibilità di orientare lo sviluppo di queste cellule. I ricercatori hanno dimostrato come dalle cellule staminali, del midollo osseo o del sangue periferico, sia possibile ottenere, in particolari condizioni di laboratorio e sotto particolari stimoli differenziativi, cellule di altri organi o tessuti, aprendo la possibilità o la speranza di trattare con le cellule staminali numerose patologie degenerative.

Le cellule staminali sono cellule non differenziate e non specializzate, in grado di automantenersi e di differenziare in uno o più tipi cellulari dotati di specifiche attività funzionali. Sono pertanto in grado di riprodursi in modo illimitato, dando vita ad altre cellule staminali oppure a cellule orientate a differenziarsi e maturare in cellule specializzate di ogni singolo organo o tessuto. In base alla potenzialità evolutiva si distinguono cellule staminali: 1) totipotenti (in grado di differenziarsi in qualsiasi tipo di tessuto); 2) pluripotenti (in grado di differenziarsi solo in alcuni tipi di tessuto); 3) unipotenti (in grado di differenziarsi solo in un tipo di tessuto).

Inoltre, a seconda della sede, si distinguono cellule staminali embrionali e cellule staminali somatiche o dell’adulto.

Le cellule staminali embrionali derivano dalle cellule della “massa cellulare interna” della blastocisti e possono, in base a specifiche condizioni di coltura, essere coltivate ed espanse in laboratorio. Le cellule staminali embrionali sono le uniche totipotenti; infatti dalle cellule staminali embrionali derivano tutti i differenti tipi cellulari che daranno luogo, a partire dal momento della fecondazione ed attraverso le varie fasi della vita fetale, a tutti gli organi e tessuti del corpo umano. Dopo la nascita, le cellule staminali permangono comunque in ogni organo o tessuto, ma con una ridotta potenzialità di tipo tessuto-specifico (cellule staminali pluripotenti o unipotenti). Le cellule staminali pluripotenti meglio studiate e caratterizzate e di più ampio e consolidato utilizzo clinico sono le cellule staminali emopoietiche, che si trovano nel midollo osseo. Recentemente cellule staminali sono state individuate nel sangue periferico, nel sangue del cordone ombelicale, ma anche nella cornea, retina, cervello, muscolo scheletrico, polpa dentale, fegato, pancreas, cute, tratto gastro-enterico, tessuto adiposo. Tutte le diverse tipologie di cellule staminali si distinguono dalle altre cellule perché sono cellule non differenziate, o non specializzate, nel senso che non hanno ancora acquisito una funzione specifica all’interno dell’organo stesso. Le cellule staminali possono riprodursi in modo illimitato, dando vita ad altre cellule staminali oppure a cellule orientate a differenziarsi e maturare in cellule specializzate di ogni singolo organo o tessuto (cuore, fegato, midollo osseo…). La capacità proliferativa associata all’abilità di diventare specializzate rende le cellule staminali candidati ideali per aprire nuove vie di trattamento per numerose patologie. Infatti la funzione primaria delle cellule staminali è, oltre al mantenimento in equilibrio di un sistema cellulare, soprattutto la sostituzione delle cellule che vanno incontro a morte per danno o malattia. La cellula staminale dell’adulto meglio studiata in laboratorio e di più largo utilizzo clinico è la cellula staminale emopoietica, che si trova nel midollo osseo e dalla quale originano, durante tutta la vita, le diverse cellule che si trovano nel nostro sangue, ognuna delle quali ha una funzione vitale da svolgere. Le cellule staminali sono molto rare, infatti solo 1 cellula su 10,000-15,000 del midollo osseo è una cellula staminale e deve garantire giornalmente la produzione di centinaia di miliardi di cellule per rimpiazzare quelle distrutte. Le cellule staminali emopoietiche hanno pertanto la capacità di differenziarsi e maturare fino a dar luogo alle cellule mature del sangue periferico ed al contempo quella di automantenersi per assicurare una continua e duratura scorta di cellule staminali. Tra i vari tipi di cellule staminali dell’adulto solo le cellule staminali ematopoietiche da midollo osseo, sangue periferico e cordone ombelicale hanno allo stato attuale applicazione clinica riconosciuta su vasta scala. L’esempio più evidente dell’attività delle cellule staminali ematopoietiche è rappresentato dal loro utilizzo nella terapia delle malattie neoplastiche ematologiche (leucemie, mieloma, linfomi), sia nell’ambito del trapianto autologo che allogenico. Infatti, in particolari fasi della malattia, le cellule staminali ematopoietiche vengono iniettate, attraverso una vena, nel sangue periferico del paziente. Le cellule staminali ematopoietiche, nell’arco di pochi giorni, raggiungono il midollo osseo, dove attecchiscono ed iniziano a proliferare andando a ricostituire le cellule mature midollari, che erano state completamente distrutte dalla chemio-radioterapia alla quale era stato sottoposto il paziente. Un’ulteriore sorgente di cellule staminali è rappresentata dal sangue del cordone ombelicale. Infatti, il sangue del cordone ombelicale prima ed al momento della nascita contiene un elevato numero di cellule staminali. La percentuale di cellule staminali nel sangue del cordone ombelicale è equivalente o addirittura superiore a quella del midollo osseo. Pertanto il sangue del cordone ombelicale, che era normalmente eliminato, è attualmente considerato una sorgente di cellule staminali d’estremo interesse sia per fini di ricerca che per applicazioni cliniche. Il sangue del cordone ombelicale può essere raccolto facilmente senza alcun rischio o inconveniente per la madre od il neonato ed utilizzato come un’alternativa al midollo osseo, per procedure di trapianto in pazienti affetti da malattie ematologiche. La ricerca biomedica e biotecnologica è attualmente incentrata sulla abilità di produrre cellule umane in vitro sfruttando la capacità proliferativa delle cellule staminali, associata alla loro abilità a diventare specializzate (plasticità). Quest’area applicativa delle cellule staminali viene definita terapia cellulare e richiede la stretta integrazione tra i ricercatori nel campo della biologia cellulare, biologia molecolare, virologia, ingegneria biomedica. Il ricorso all’applicazione delle cellule staminali nella medicina rigenerativa ha le potenzialità per poter aprire nuove vie di trattamento per numerose gravi malattie degenerative. Tuttavia di cellule staminali si è parlato forse troppo al di fuori dell’ambiente scientifico e a volte in modo non del tutto equilibrato ed a volte sensazionalistico. Oggi è forse opportuno temperare le aspettative di molti pazienti, pur senza spegnere curiosità e speranze suscitate nei tempi recenti da stupefacenti scoperte nell’utilizzo sperimentale delle cellule staminali. Tali recenti scoperte, va ricordato, sono ancora a livello sperimentale e necessitano ancora di studi approfonditi prima di poter essere applicabili su larga scala. Sicuramente le cellule staminali rappresentano una possibilità concreta per la terapia di molte malattie croniche o degenerative, ma bisogna ancora approfondire lo studio delle evidenze disponibili e cercarne di nuove prima di poter passare ad una loro applicabilità su larga scala.

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Il Distretto 2050 ha realizzato un depliant esplicativo, intitolato “Io dono cellule per la vita”, stampato in migliaia di copie e distribuito negli ospedali e nelle farmacie di tutto il territorio onde raggiungere in modo capillare la popolazione e dare il via ad una vera e propria campagna di informazione.

depliant

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