La comprensione reciproca.

Carlo Michelotti, dirigente industriale, Governatore 1996-1997  del Distretto RI 1980 (Svizzera), socio del R.C. Bellinzona (Distretto 1980).

La comprensione fra gli uomini è in forte crisi. Gli avvenimenti e la cronaca di tutti i giorni mostrano una crescente aggressività, una minor disponibilità ad accettare e tollerare ed una diffusa insofferenza. I nostri simili ci pongono in continuità difficili enigmi da risolvere come probabilmente anche noi ne poniamo a loro. I malintesi e i conflitti fra i singoli e fra i gruppi sembrano moltiplicarsi, mentre la disponibilità delle parti a chiarirli ed a risolverli appare in forte calo. Si assiste alla diminuzione degli sforzi per una migliore reciproca comprensione e, in contrapposizione, da un lato, ad una maggiore indifferenza verso l’essere umano e, dall’altro, ad una maggiore propensione a sopraffare gli altri con le parole e, qualche volta purtroppo, anche con le maniere forti. Probabilmente le cause di tale spiacevole evoluzione sono la carente facoltà e la scarsa volontà di cercare di capire anche se le esigenze che il mondo pone alla nostra capacità di comprendere sono fortemente cresciute. Non sorprende, quindi, che l’aggressività fra gli esseri umani sia in aumento, che essi si arrocchino nell’individualismo e rifiutino, perché troppo faticoso ed in ogni modo minaccioso per il proprio equilibrio interno, di cercare di comprendere le idee degli altri. Prima di poter capire qualcosa o qualcuno, dobbiamo saper accettare che noi non siamo in possesso della verità assoluta. La nostra concezione del mondo non è, fondamentalmente, né migliore né peggiore della concezione del mondo che hanno altre persone. Dialogare in modo che sia possibile capire e capirsi è una disciplina che va imparata. La scuola in questo campo ha un compito molto importante da assolvere che, secondo me, ha un po’ trascurato. A tal riguardo, il Rotary International, ha compiuto un gesto esemplare creando i Centri di Studi Internazionali sulla Pace e la Risoluzione dei conflitti. Tuttavia noi Rotariani non possiamo attendere fino a che sia cresciuta una nuova generazione di esseri umani. Essere Rotariani significa fra l’altro, infatti, essere disponibili a servire nella quotidianità anche propagandando la comprensione reciproca, la buona volontà e la pace fra le nazioni.                                                     

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