L’acqua nelle religioni

Luciano Valle, Direttore del Centro “Ri-Abitare la Terra e la Città”, Formatore per la Regione Lombardia in Etica Ambientale, Libero Docente in Etica all’Università di Pavia.

In tutti i riti religiosi, dai più antichi a quelli ancora attuali, l’acqua ha assunto un ruolo simbolico quale sogno del Divino in una trasposizione che sfiora, in alcuni casi, la metafisica. La terra, il fuoco e l’acqua sono elementi primordiali ai quali le prime protociviltà hanno riconosciuto ruoli spirituali o addirittura teogonici. 
Dalla leggenda del diluvio universale al battesimo l’acqua ha mantenuto  nel tempo un ruolo da protagonista nelle religioni

Ogni religione custodisce il tema della sacralità dell’acqua. In essa l’acqua si manifesta, pur nella varietà degli aspetti, con una struttura simbolica costante: l’essere segno divino. Essa è anche la sostanza primordiale da cui nascono tutte le forme e alla quale tutte ritornano. Simbolo cosmogonico per eccellenza che assume, nelle varie culture in cui si incarna, una pluralità di significati religiosi e spirituali. Simbolo così potente da essere mantenuto nella razionalità filosofica, almeno nella sua fase originaria (Talete): l‘acqua come principio di tutte le cose. I fiumi, le sorgenti, ad esempio, sono luoghi teofanici, manifestano il divino. Nei Greci come nei Babilonesi, nei Germani, in Africa si offrono sacrifici ai fiumi. Quasi tutte le religioni conoscono le tradizioni del diluvio universale come funzione di punizione e purificazione, di chiusura di un ciclo, di rinascita, di vita nuova.

 

L’acqua, per i nativi americani, è una delle incarnazioni e manifestazioni del Divino. Ovvero è luogo teofanico. Lega gli elementi della terra ed è con essi in relazione di comunione naturale. Anche con gli umani: l’acqua si personifica, la umanità si  naturalizza e si purifica mettendosi in ascolto del magistero dell’acqua. “L’acqua scintillante che scorre nei fiumi e nei torrenti non è semplicemente acqua, ma è il sangue di tuo nonno. Ogni riflesso che produce immagini nelle chiare acque dei laghi racconta la vita della nostra gente. Il mormorio dell’acqua è la voce della nanna della tua bisnonna. I fiumi sono i nostri fratelli … Nei confronti dei fiumi dovreste esprimere la stessa gentilezza che dimostrate verso ogni fratello” (Discorso del Capo Seattle).

Nell’Induismo il fiume sacro per eccellenza è il Gange. E tutti i fiumi sono come il Gange. Il Gange, che è emanazione di un fiume celeste, ha un ruolo eminente di purificazione della vita, e della morte, del ciclo delle rinascite. I pellegrinaggi, infatti, alla sorgente del Gange servono come purificazione. Nell’Induismo l’acqua è il luogo cosmogonico e teofanico per eccellenza da cui nascono Dio e la vita: “Acqua tu sei la fonte di tutte le cose e di ogni esistenza” (Bhavisyottarapurana, 31, 14). Sempre nell’Induismo l’acqua è “principio di guarigione”, portatrice di “benessere”: “Le acque, in verità sono risanatrici, … Espellono e guariscono tutte le malattie” (Satapatha Brahamana, VI, 8,22; XII, 5,2, 14).

Per l’antica saggezza religiosa cinese, taoista l’acqua è una delle polarità dell’Essere. E’ E’ il fondamento, inoltre, della struttura materiale della Terra: “Ora l’acqua è il sangue e il respiro della terra, che scorre e cammina come nei nervi e nelle vene. … E’ la materia grezza preparatoria di ogni cosa”; “Essa si raccoglie nel firmamento e sulla terra e si deposita in tutte le cose”. L’acqua è anche il lavacro purificatore dell’uomo. La sua “benevolenza” consiste nel “lavar via i mali dell’uomo” (Kuan Tzu, XXXIX). E’, poi, sul piano della metafora, paradigma morale e spirituale per l’essere e per l’operare dell’uomo, simbolo della ricettività, della dolcezza, dell’umiltà, col suo essere molle, debole, col suoi star in basso: “Niente al mondo è più molle e debole dell’acqua; ma nell’avventarsi contro ciò che è duro e forte, niente può superarla.” (Tao Te Ching, XL, III); “La gente tutta ama salire più in alto, ma l’acqua scorre verso il luogo più basso possibile … Tale principio di andare verso il fondo è … lo strumento dei veri sovrani” (Kuan Tzu, Id.). “La suprema bontà è simile a quella dell’acqua. La bontà dell’acqua è che essa benefica le diecimila creature … (Tao Te Ching, C, VIII).

 

Nella mitologia religiosa greca le acque, sia come principio maschile (Oceano) sia come principio femminile (Teti/Acqua dolce) costituiscono la coppia originale da cui scaturisce l’Essere.

 

Nella cosmologia babilonese gli Dei comunicano con le acque primordiali sulle quali operano per i successivi atti di creazione.

Nell’Islam l’acqua è l’elemento fondamentale per la nascita della vita: “Non vedono dunque gli empi che una volta i cieli e la terra erano confusi insieme e noi (Dio) li abbiamo separati e dall’acqua abbiamo fatto germinare ogni cosa vivente?” (Corano, XXI, 30); “Dio ha creato tutti gli esseri viventi a partire dall’acqua” (Corano, XXIV, 45). L’acqua, inoltre, è manifestazione della magnificenza e della potenza di Dio, nonché della sua provvidenza: “E’ noi (Dio) versammo l’acqua dal cielo perché poteste berne ed era dell’acqua che  voi non avevate conservato nelle cisterne” (Corano, XV, 22); “E Dio fa scendere l’acqua dal cielo e con essa vivifica la terra che prima era morta: in questo c’è un segno per chi sa ascoltare” (Corano, XVI, 65); “Non vedi che Dio fa scendere l’acqua dal cielo e la conduce a fonti nascoste nella terra, poi la fa uscire e fa nascere erbaggi di vario genere che poi si seccano …” (Corano, XXXIX, 21).

 

Nell’Antico Testamento, l’acqua offre una articolata gamma di significati simbolico-spirituali:

–         Manifesta l’azione creatrice di Dio

–         Mostra l’azione di salvezza

–         Incarna la concretezza del rapporto di Dio colla storia umana: sia come punizione (diluvio) sia come instaurazione e prefigurazione dell’uomo “salvato”.

–         Ancora: opera come punizione per l’umanità corrotta e malvagia e come salvezza liberatrice per il popolo eletto

–         E’ segno della parola di Dio

In sintesi:

–         L’acqua è “sorgente di vita” in quanto simbolo della realtà e dell’azione di Dio (Ger. 2,13)

–         Esprime l’efficacia rigeneratrice della Parola di Dio (Avv. 8,11)

–         Significa lo stato di “nuova alleanza tra Javé e il popolo (Ez. 36, 25-6)

–         Simboleggia la rigenerazione dell’uomo dal peccato e il suo accesso alla giustizia (Ez. 36, 25-6, Gir. 17, 3; Is. 58, 11)

–         Ha la funzione di incarnare e mantenere il senso della apertura escatologica, di un futuro “liberato” dalla schiavitù del peccato. (Is. 35, 6-7; Ez. 4-7)

–         E’ simbolo di sapienza, donata da Dio all’eletto (Sr. 24, 23-25)

–         E’, infine, simbolo d’amore. Come nel Cantico dei Cantici (Ct., 4, 12-15).

 

Anche nel Nuovo Testamento l’acqua mantiene il suo carattere di simbolismo pluralistico. Essa è presentata come simbolo dello stesso Dio/Logos incarnatosi in uomo, in Gesù Cristo: “Chi  beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete; l’acqua che io gli darò diverrà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Gv., 4,14). Simbolo di energia ontologica e spirituale, quindi. Sorgente di vita nuova. Come ribadirà l’Autore dell’Apocalisse: “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita” (Ap., 21, 6). Come Pastore che “guida (i giusti) alle fonti delle acque della vita” (Ap., 7, 17). L’acqua, poi, è simbolo di purificazione, simbolo battesimale. L’acqua del fonte battesimale purifica l’uomo vecchio, lo salva, come Noè fu salvato dal diluvio, lo ricostituisce come creatura nuova (Rm., 6, 1-11). E’ il battesimo di Gesù nel Giordano,ad opera di Giovanni il Battista, ad inaugurare la nuova forma di rito lustrale: non il semplice battesimo per immersione, come nelle tradizioni ebraica e/o “pagane”; ma accanto e oltre l’acqua, lo Spirito di Dio e il sangue: “In verità, verità ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non piò entrare nel regno di Dio” (Gv., 3, 5); “Io vi battezzo con acqua per la conversione. Ma colui che viene dopo di me … vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Mt., 3, 11). “Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo”. Ancora: acqua, Spirito Santo, sangue. L’acqua appare unita al sangue nel processo di conversione e di instaurazione della “nuova alleanza”. Dal costato di Cristo in Croce, l’acqua uscì assieme al sangue (Gv., 19, 34). “Gesù è venuto con acqua e sangue, non acqua soltanto …” (Gv., 5,6). L’acqua, infine, nel Progetto soteriologico del Nuovo Testamento appare unita alla Parola: acqua e Parola di Cristo sono purificazione per la Chiesa primitiva: “La Chiesa” è “purificata per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla Parola” (Ef., 5, 26).

 

 

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