L’Europa e i valori dello spirito

S. Em. Card. Giovanni Battista Re, socio onorario del R.C. Lovere Iseo Breno (Distretto 2050).

1 –  Uno sguardo alla storia: la prima Europa.

Parlando delle origini dell’Europa, il pensiero va a San Benedetto e alle numerose Abbazie da lui fondate ed a quelle ancora più numerose che nacquero dopo la sua morte, ispirandosi alla sua Regola.

Il pensiero va anche all’incoronazione di Carlo Magno nella Basilica di San Pietro in Vaticano nel Natale dell’anno 800. Due grandi uomini, l’Imperatore Carlo Magno e il Papa Leone III, di fatto disegnarono di comune accordo l’Europa e le diedero un certo supporto e una certa consistenza.

La costruzione dell’Europa poi andò crescendo grazie all’opera delle diocesi e soprattutto delle abbazie, alcune delle quali raggiunsero un eccezionale influsso (basti pensare a Cluny, Citeaux e Clairveaux). Esse crearono un importante tessuto unitivo e connettivo, che alimentò il pensiero e l’arte.

La lingua latina, usata in tutte le scuole superiori dell’Europa, fu la lingua che aiutò la formazione delle lingue nazionali. Nei secoli XI e XII un professore universitario poteva insegnare indifferentemente a Colonia, a Parigi, a Pisa, a Salerno e Napoli. Questo professore poteva chiamarsi Tommaso d’Aquino, Alberto Magno, Pietro Lombardo, ecc…

I banchieri di Firenze, di Siena e di Genova potevano estendere i loro affari in tutta l’Europa, parlando il latino.

In quei secoli l’Europa fu punteggiata dalle guglie di tante cattedrali, sorte a distanza di poche decine di anni, dalla costa atlantica fino all’Ungheria, alla Polonia, ai Paesi Baltici. Tutte ispirate dalla medesima fede.

Certamente molti elementi e differenti fattori hanno concorso a fare l’Europa, ma uno è fondamentale, costante e presente su tutto il territorio europeo: la fede cristiana.

Il Cristianesimo si è intrecciato con l’eredità greco-romana e con le vicende del continente europeo. Goethe diceva che “la lingua materna dell’Europa è il Cristianesimo”.

Si tratta di un elemento di carattere spirituale che ha ispirato e dato origine alle più alte espressioni ed opere dello spirito e che sfocerà nell’umanesimo e nel rinascimento.

Di fatto l’Europa divenne per secoli il fulcro delle vicende culturali, sociali e politiche del mondo.

È vero che l’Europa vide sorgere nel suo seno una pluralità di culture sovrane, ma ciò si realizzò con una ricchezza, animata dalla stessa comune ispirazione religiosa che si espresse anche in testimonianze artistiche di stili diversi lungo i secoli: dal bizantino al romanico, dal gotico al rinascimentale, dal barocco al neoclassico ed allo stile moderno e contemporaneo.

L’Europa non è mai rimasta chiusa in sé o isolata nel suo territorio. È sempre andata incontro, al di là dei mari, ad altri popoli, ad altre culture, ad altre civiltà, portando loro il patrimonio di idee e di valori che le era proprio.

 

2 –  L’Europa oggi.

La situazione oggi è cambiata dal punto di vista culturale, dal punto di vista sociale ed economico, dal punto di vista politico.

Nel mondo vi è una unica superpotenza militare ed economica, gli Stati Uniti, una potenza quindi extra europea ma che ha radici etniche e culturali in gran parte europee.

Vi è poi il colosso della Cina (con un miliardo e 300 milioni di abitanti), vi è poi la Federazione Russa ed altre nuove forze.

Nonostante la situazione sia cambiata, il posto dell’Europa sulla scena mondiale non è di scarsa importanza per il peso che essa ha nel mondo in campo economico e tecnico, ma ancor più in quello delle idee e della cultura, e per la lunga esperienza.

Per il bene del mondo c’è bisogno di una Europa unita e forte.

Per la saggezza che ha maturato nella sua lunga esperienza di civiltà, l’Europa può dare al mondo un contributo considerevole per edificare un mondo più giusto, più fraterno, più umano.

L’Europa – come più volte ha sottolineato Papa Giovanni Paolo II – deve sentire che ha un dovere verso il resto del mondo. Ai meriti che l’Europa ha verso il resto del mondo per il passato devono unirsi quelli del presente e del futuro.

 

3 –  La via per il futuro dell’Europa.

L’unità europea per affermarsi realmente esige un’atmosfera morale di concordia e intesa che, superando ogni tentazione di egoismo e di egemonia nazionalistica, si apre alla stima reciproca, alla mutua collaborazione, alla generosa accettazione dei necessari sacrifici richiesti dal bene comune.

Per l’instaurazione di un simile clima, un contributo validissimo può venire dal ravvivare nelle coscienze dei figli dell’Europa quei valori e quegli ideali che rappresentano il nucleo intimo, cioè l’anima più profonda dell’Europa.

Lo avevano ben compreso i pionieri dell’Europa – Alcide De Gasperi, Adenauer, Schuman – che oltre 50 anni fa compirono i primi passi. Erano tre grandi uomini di Stato, animati dalla medesima fede, che seppero integrare senso della storia e ideali, anche se di fatto poterono aprire una collaborazione solo di tipo economico, funzionale al mercato di materie importanti per la ricostruzione del dopo guerra (carbone e acciaio).

Si tratta di ravvivare quei valori divenuti comuni, in maggiore o minore misura, anche ad altre civiltà alle quali l’Europa storicamente li ha portati e che possono e debbono costituire la base sicura della auspicata civiltà mondiale: in primo luogo i valori della dignità e centralità dell’uomo, della sua libertà, della solidarietà, della democrazia ed i valori dello spirito.

Affinché siano tali valori a guidare il futuro, è necessario il ritorno ad una genuina ispirazione religiosa. Il tentativo di sradicare il senso di Dio dal cuore umano, lo sforzo di spegnere il sentimento e le certezze religiose portato avanti con una grande macchina organizzativa dal regime sovietico è risultato fallimentare.

Non si può sradicare dal cuore umano l’aspirazione a Dio senza sconvolgerlo. La persistenza dell’ispirazione religiosa è stata il movente alla pacifica ma vigorosa ribellione contro l’oppressione dell’uomo, della sua dignità, dei suoi diritti.

L’ispirazione etica, radicata nella tradizione cristiana, resta anche per il futuro l’elemento più valido per costruire l’unità europea, la cui cultura si è continuamente rinnovata ed arricchita nel dialogo col Cristianesimo.

I principi tratti dal Vangelo come cammino di vita personale e come base per l’azione sociale collettiva rimangono la matrice della vita delle persone e dei popoli che hanno forgiato insieme il continente europeo.

Di tale ispirazione etica e religiosa si sente ancor più bisogno oggi di fronte alle possibilità che la scienza e la tecnica aprono nel campo della genetica e della biologia.

 

4 –  Le radici cristiane dell’Europa.

La volontà di sviluppo e di crescita che caratterizza l’Europa in questo momento storico porta in sé l’esigenza di avere qualche punto di riferimento e fra di essi non può essere escluso quello delle proprie radici.

E questo non  per l’illusione  di fermare il tempo e vivere del passato, ma proprio per contribuire a rafforzare l’Europa come realtà non solo territoriale ed economica, ma anche umana, culturale e spirituale, forgiata mediante un fecondo intreccio di molteplici e significativi valori e tradizioni, basati sul riconoscimento del valore unico della persona umana e sul patrimonio morale e culturale di ciascun popolo.

La richiesta di un riferimento al cristianesimo nel Trattato Costituzionale dell’Europa è arrivata da più parti.

Atteso che l’attuale preambolo del Progetto di Trattato Costituzionale è di carattere storico, l’inadeguatezza del ruolo del Cristianesimo contenuto nel solo aggettivo “religioso” è – come ha rilevato il Card. Piovanelli in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 2 giugno scorso – “una insufficienza dinanzi alla storia e, quindi, una sconfitta degli estensori”.

Una società che dimentica il suo passato e addirittura cerca di cancellarlo, parte per il futuro su un fondamento fragile.

Gli elementi che hanno contribuito a formare i valori ed i principi che oggi costituiscono il patrimonio più prezioso dell’Europa sono fuori dubbio molteplici. Tuttavia è un dato storico innegabile che il Cristianesimo è stato la forza che li ha armonizzati e promossi.

Il Cristianesimo ha contribuito in modo singolare a forgiare l’identità di questo continente. Il messaggio evangelico ha influenzato quanto è stato prodotto in campo artistico, letterario, filosofico e giuridico.

Un riconoscimento delle radici cristiane non contrasta con le esigenze di una giusta laicità delle istituzioni europee, perché laicità non significa negare i fatti storicamente avvenuti.

Lungo i secoli il Cristianesimo e l’Europa si sono intrecciati e si sono mutualmente arricchiti anche di quei valori che provenivano dalla civiltà greca, romana ed ebraica.

Il patrimonio religioso che ha le sue radici nel Cristianesimo è poi presente – anche se in misura più ridotta che in passato – nella realtà odierna dell’Europa ed è fonte di ispirazione per una larga maggioranza della popolazione del nostro continente (cattolici, ortodossi, luterani, anglicani).

L’Europa ha bisogno non solo di beni, ma anche di valori: ha bisogno di un’anima. Il presidente Havel ha detto: L’Europa ha bisogno di una forte anima. E l’anima dell’Europa sono i valori accumulati nel corso della sua lunga storia

Vorrei terminare con una nota che è sorgente di speranza.

Tra le monete in  Euro che circolano in Europa vi è la moneta olandese di 2 Euro che attira l’attenzione. Tutto intorno alla moneta  vi è inciso in lettere maiuscole: GOD-ZIJ-MET-ONS, che  significa Dio sia con noi.

È stata cioè conservata su una moneta olandese la scritta che appariva da secoli su tutti i fiorini olandesi.

Fu per me una grande sorpresa apprenderlo; una felice sorpresa.È un ricordo storico che l’Olanda ha voluto conservare. In pari tempo è un’invocazione ed è un augurio per il futuro.

Dio sia con noi, affinché l’Europa affronti i problemi di oggi con quella saggezza e con quei valori morali che vengono dalla storia europea e dal suo patrimonio etico e culturale.

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