Tecnologia e leggerezza

Elena Caldirola, direttore del Centro per l’Innovazione Didattica dell’Università di Pavia e Flavio Ferlini, dirigente dell’Area Sistemi Informativi dell’Università di Pavia.

Programma scientifico

Il tema si riferisce esplicitamente al testo di I. Calvino “Sei memo per il prossimo millennio” (1988). Calvino considera la leggerezza una qualità fondamentale della letteratura, uno strumento attraverso cui guardare ai fenomeni umani in modo nuovo. Si comprende bene cosa Calvino intenda per “leggerezza” pensando ai suoi romanzi “Le città invisibili” e “Il barone dimezzato”: luoghi e personaggi spogliati, scarnificati ma non semplificati, al contrario, lo scopo è quello di individuarne l’essenziale per poi comprenderne meglio la complessità.
Il riferimento a Calvino ha una doppia valenza. Da una parte invita a riflettere sulle tra connessioni tra psicologia e letteratura con possibilità di indagare le trame narrative che vengono prodotte nelle interazioni on line, sia dal punto di vista metodologico, in cui si punta più alla narrazione del particolare che alla generalizzazione. In questo caso potrebbe essere interessante presentare e discutere metodi di analisi e valutazione.
Dall’altra il pensiero di Calvino ci induce a ri-pensare il ruolo della tecnologia: non più uno strumento per fare o per comunicare ma un dispositivo culturale capace di mettere in luce l’essenzialità delle persone, dei luoghi e delle organizzazioni entro cui funzionano, che rendendosi leggeri e invisibili contribuiscano alla loro vivibilità, sostenibilità, umanità.

In definitiva si tratta di dare significato a contesti informali, come i network, che assumono sempre più una inclinazione di strutturazione della dimensione identitaria del singolo.
La vita delle persone si snoda in una dialettica di sviluppo attraversata da una sequenza di contesti. L’insieme di questi contesti e delle funzioni che a essi si riferiscono è dunque il teatro della quotidianità, delle forme di vita che in essa si sviluppano e quindi anche delle direzioni delle traiettorie di sviluppo.
D’altra parte, dato il loro carattere informale e poco strutturato degli ambienti on line, essere assumono una commutazione routinari alimentata da motivazioni e criteri che, giorno per giorno, appaiono come quasi inconsapevoli. Può succedere che intervengano cambiamenti non previsti che permettono di trasformare una routine in una nuova scelta consapevole adottando adeguate strategie d’azione. Tutto questo rimanda al concetto di sostenibilità, che comporta necessariamente una discontinuità sistemica e quindi una nuova riprogettazione del Sé definendo nuovi obiettivi. Ciò garantisce la costruzione non solo di una rete informatica ma soprattutto reti di persone e generare nuove forme di quotidianità.
La rete assume così un ruolo di amplificatore di esperienze generando una forma di realtà
aumentata (augmented reality) che permette all’individuo di pensarsi in modo “estensivo” Un luogo potenziato è un luogo ibrido (fisico e virtuale), in rete con altri luoghi, in cui sono realizzabili inedite forme di organizzazione, di conoscenze e di interazione sociale. Relazioni flessibili, reversibili ma potenzialmente stabili, in quanto radicate in un luogo e connesse alla rete delle comunità che in quel luogo si intrecciano. I luoghi potenziati sono dunque luoghi dove l’individuo può sperimentarsi in forme sempre più complesse e diversificate senza una particolare nostalgie per il passato, ma permette di mettere in relazione il vissuto individuale con le sfide della contemporaneità che consentono al soggetto di avere una percezione allargata del Sé.

 

Le tecnologie ICT a supporto della mobilità nell’ambito di esperienze internazionali

(contributo di Elena Caldirola nell’ambito del Simposio “Smart mobility and smart learning for digital citizenship”)

La Commissione Europea ha varato nel 2010 la “Europe 2020 Strategy”, enfatizzando la necessità di un apprendimento “itinerante”, realizzato mediante la mobilità degli studenti tra Stati e finalizzato all’acquisizione di nuove abilità (Youth on the move). Nel 2009, i ministri in carica per l’istruzione superiore e l’Università nei Paesi che partecipano al Processo di Bologna fecero proprio il Leuven Communique, che stabilisce “entro il 2020 almeno il 20% degli studenti universitari della European Higher Education Area dovrebbero sperimentare un periodo di studio o formazione all’estero”(punto 18). Anche nel caso di un pieno conseguimento di questo obiettivo, il rimanente 80% degli studenti rimarrebbe escluso da tale opportunità. In più, per molti studenti sussistono situazioni sociali, economiche e finanziarie che rendono difficile/impossibile una esperienza all’estero, mentre il successo di programmi come l’Erasmus sottolinea come gli studenti abbiano necessità di essere guidati prima, durante e dopo la loro esperienza internazionale. Se la necessità di aver compiuto esperienze internazionali è così qualificante, è bene allargare e/o arricchire lo spettro delle possibilità, affiancando alla tradizionale mobilità fisica una mobilità supportata dalle nuove tecnologie (o virtuale, VM) cioè “un insieme di attività supportate dalle tecnologie ICT che realizzano o facilitano esperienze collaborative internazionali, in un contesto di apprendimento e/o insegnamento.” Le tecnologie ICT possono surrogare totalmente la mobilità o anche solo supportarla. Nel primo caso non vi è mobilità fisica: l’ambiente dove le attività hanno luogo è a distanza e digitale. Nel secondo caso, al contrario, vi è mobilità fisica e le tecnologie ICT sono utilizzate per facilitare o arricchire attività svolte in presenza (blended mobility). Il contributo illustrerà le opportunità e le sfide insite in questo nuovo modello di mobilità, alla luce dei progetti europei appositamente finanziati (terminati o ancora in corso) su tale tematica. Verrà messo in luce anche l’aspetto del job placement compiuto durante gli studi e svolto in tale modalità.

L’effetto di “leggerezza” dei servizi digitali sulla mobilità degli studenti

L’Università di Pavia ha avviato già nel 1998 i primi servizi telematici a favore degli studenti (progetto SITUS), per poi estendere le funzionalità online con le più recenti iniziative ICT4University promosse dal Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La digitalizzazione dei processi amministrativi, consentendone la fruizione remota, ha avuto un positivo effetto di “leggerezza” sulla mobilità degli studenti permettendo di limitare gli spostamenti fisici, con conseguenti benefici in termini d’impegno di tempo e di chilometri percorsi. Per quantificare i vantaggi, anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, si è condotta un’analisi su due servizi online (immatricolazione e servizio “Filo diretto” per la gestione delle relazioni con gli studenti).

Nell’anno accademico 2012/13, per i 6.796 studenti che a vario titolo hanno fruito del servizio d’immatricolazione online, la stima dei chilometri risparmiati è pari a 3.231.760, evitando un impegno di tempo di viaggio di circa 33.430 ore. Considerando la distribuzioni dell’uso dei mezzi di trasporto emersa da un questionario sulla mobilità, si stima che i chilometri percorsi con automobili o motociclette sarebbero stati 1.175.600 e 2.013.380 quelli con i mezzi pubblici. Il risparmio economico complessivo per i trasporti è stimabile in 789.000 Euro, mentre dal punto di vista ambientale, considerando il solo trasporto privato, si è evitata l’emissione di 164.600 Kg di CO2.

Relativamente al “Filo diretto” – Student Relationship Management (SRM), nel periodo giugno 2012-maggio 2013 il servizio è stato utilizzato da 8.461 studenti, pari al 37,9% dei potenziali fruitori, con una spiccata maggior propensione all’uso da parte del genere femminile (41,8% rispetto al 33,1% dei maschi) e degli studenti residenti fuori dalla provincia di Pavia (64% di utilizzatori rispetto al 60% della popolazione). Tenuto conto della distribuzione delle presenze degli studenti in Ateneo nel corso dell’anno e dei mezzi di trasporto utilizzati in funzione del loro domicilio (Pavia, provincia di Pavia, fuori dalla provincia di Pavia), si stima un risparmio di 1.192.800 Km (di cui 434.590 percorsi con mezzi motorizzati privati e 742.680 con mezzi pubblici) e circa 17.100 ore di viaggio. Il risparmio economico complessivo per i trasporti è stimabile in 292.000 Euro, mentre dal punto di vista ambientale, considerando il solo trasporto privato, si è evitata l’emissione di 60.800 Kg di CO2.

 

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