Smitizziamo il concetto di “Amicizia” Rotariana

Massimo Massoni, PDG, P.P. e socio dell’eClub 2050

So che farò scandalo per molti, ma vorrei fare chiarezza sul corretto senso da attribuire alla parola “amicizia” nel Rotary.

Per fare questo mi torna utile il libro Frank Talk II, pubblicato nella nostra eBiblioteca, che mi consente di prendere spunto da quanto scritto da Bruno nella sua bella, chiara e rotarianamente istruttiva appendice F, che consiglio caldamente di andare a leggere a chi di noi ancora non lo avesse fatto. Bruno, in estrema sintesi, rileva che da noi, quasi sempre, si impara a “conoscere il Rotary strada facendo” perché ben pochi soci presentatori lo spiegano ai nuovi cooptati prima del loro ingresso; sottolinea la differenza tra “il Rotary del fare (quello americano)” in contrapposizione “al Rotary dell’esserci (il nostro)”; contesta l’eterno nostro dilemma tra qualità (spesso mal interpretata in senso elitario di classe sociale, anziché nel senso rotariano di possesso dei requisiti morali e di disponibilità a fare per gli altri) e quantità dei rotariani “come se fra numero e qualità ci potesse essere una qualche relazione”; lamenta che “da noi il 70% delle commissioni dei club esistono solo sulla carta e non si riuniscono mai”; invita a riflettere sul concetto di “amicizia” rotariana, che non va intesa come “amicizia tout court, bensì un legame fra gente speciale, unita dagli stessi ideali di moralità, serietà professionale e grande sensibilità civica”.

Nel concordare appieno con Bruno su tutto quanto scrive, mi voglio soffermare, per andarci un po’ più pesante, su quanto riguarda il concetto di ”amicizia” rotariana. La parola amicizia, nel Rotary italiano, è un parola spesso abusata e utilizzata impropriamente. Nel linguaggio di tutti i giorni si vuol far passare il concetto che essere tra rotariani voglia dire essere automaticamente tra amici; che un rotariano, in quanto tale, sia obbligatoriamente amico di ogni altro rotariano. A causa di questa erronea interpretazione capita addirittura che qualcuno, quando ne riscontrasse la necessità, abbia la pretesa di sentirsi in diritto di beneficiare gratuitamente delle prestazioni o dei servizi professionali dei soci del proprio club e, di converso, capita che a volte questi vengano offerti gratuitamente, mettendo in imbarazzo chi volesse pagare. E’ certamente logico ed accettabile rivolgersi di preferenza a persone che ben si conoscono con la frequentazione del club, anche in virtù della loro affidabilità data dal fatto che, essendo nel Rotary, primeggiano nella loro categoria professionale; ma non sono accettabili entrambi quei comportamenti. Rientrerebbe invece nella normalità, ad esempio, prestare riguardo alle esigenze del consocio, in caso di urgenza, nel rendersi disponibile fuori del normale orario di lavoro.

E’ noto che il Manuale di Procedura scritto in inglese è quello che fa testo per tutto il mondo rotariano ed il motivo per cui è nato il malinteso senso attribuito alla parola “amicizia” nel Rotary nostrano deriva da un’erronea traduzione in italiano del testo originale, che è stata fatta alle origini e che continua a ripetersi. Infatti, nel Manuale in inglese, quando ci si riferisce ai rapporti tra rotariani, viene utilizzata la parola “fellowship”, peraltro specificatamente indicata tra i valori fondamentali dei principi guida del Rotary. Dovendosi letteralmente tradurre la parola “fellow” in compagno o camerata, però, per remora di essere mal interpretati politicamente come di destra o di sinistra, la parola “fellowship”, per il traduttore, è diventata democristianamente “amicizia”; ma amicizia, in inglese, si scrive “friendship”! Nei Manuali di Procedura in spagnolo, portoghese e francese non c’è stata remora alcuna nel tradurre “fellowship” con le parole “compañerismo“, “companheirismo”, “camaraderie”; in quello tedesco, invece, la parola non è stata tradotta ed è rimasta in inglese, data la difficile traduzione che ne rispecchiasse il vero significato. Infatti, la definizione di “fellowship”, che si trova nei dizionari, è “lo stato di condivisione di interessi e/o esperienze simili” e, così, la traduzione italiana con la parola “amicizia” non esprime correttamente il senso della parola inglese. In italiano, volendo evitare le parole camerata e compagno, si sarebbe potuto tradurre meglio con il termine “colleganza”, nel senso che i rotariani sono tra loro colleghi, perché lavorano insieme a favore della comunità locale e internazionale, condividendo gli stessi valori e progetti di servizio.

Come evidenziato da Bruno nell’appendice al libro, anche io non voglio con questo dire che fra rotariani non possa nascere Amicizia, con la “a” maiuscola, trovandosi nello stesso club: il punto è che l’essere amici non può essere una cosa stabilita d’ufficio dal Manuale di Procedura, per il solo fatto di essere rotariani. E, così, non ha alcun senso quella classica frase, velata di polemica, che tante volte ho sentito dire da parte di un rotariano entrato in contrasto con un altro rotariano, il quale a sua volta la ripete nei riguardi dell’altro: “… e questa sarebbe l’amicizia rotariana!”. L’Amicizia, quella con la “a” maiuscola, tra rotariani può ma non “deve” nascere semplicemente con la frequentazione di riunioni conviviali, poiché l’Amicizia va ben oltre, dal momento che, come scrive Bruno, “l’amicizia è una conquista, un sentimento delicato, complesso e articolato, frutto di una serie di esperienze positive che ti fanno scoprire una certa affinità con determinate persone e te le fanno apprezzare, fino a diventarne amico”. In sostanza, si può ben lavorare a favore della collettività come colleghi, pur senza essere Amici. In questo senso troviamo anche conforto in quanto detto il 13 Settembre 2015 da Papa Francesco alla radio indipendente e non confessionale FM Milenium dell’Argentina: «L’amicizia è qualcosa di molto sacro. Lo dice la Bibbia: “abbi uno o due amici”. Prima di considerare amico qualcuno, lascia che il tempo lo metta alla prova, per vedere come reagisce davanti a te. L’amicizia è accompagnare la vita dell’altro da un presupposto tacito. In genere, le vere amicizie non devono essere esplicitate, succedono, e poi è come se si coltivassero. Al punto di far entrare l’altra persona nella mia vita come sollecitudine, come buon auspicio, come salutare curiosità di sapere com’è lui, la sua famiglia, i suoi figli». Nel contesto dell’intervista, poi, il Pontefice, ha puntualizzato che bisogna saper distinguere l’amicizia da altre forme di relazione, come quella che si instaura tra colleghi. Anche se sono passati mesi o anni, ha spiegato, quando uno si ritrova con un amico si sente come se il tempo non fosse trascorso.

Per chiudere ed a rinforzo, mi piace riportare quanto scritto su di un cartoncino consegnato ai rotariani del Distretto 4920 – Argentina, in occasione del Congresso dell’anno 2003-2004 a Mar del Plata, al quale partecipò anche Bruno in occasione del suo primo viaggio in Argentina.

La amistad                                                        L’amicizia            

Es el más noble de los sentimentos,                 E’ il più nobile dei sentimenti,

y es siempre el más humilde,                            ed è sempre il più umile,

crece al amparo del disinterés,                          cresce protetta dal disinteresse,

se nutre brindándose                                         si nutre offrendosi

y florece cada día con la comprensión.             e fiorisce ogni giorno con la comprensione.

Su sitio está junto al amor,                                 Il suo posto è insieme all’amore,

porque ella también es amor,                             perché anch’essa è amore,

y ùnicamente los Honrados                                e soltanto gli Onesti

pueden tener amigos, porque la amistad,          possono avere amici, perché l’amicizia,

el más ligero de los cálculos, la lesiona.            il più leggero dei calcoli la ferisce.

Como es un bien reservado a los eligidos         Siccome è un bene riservato agli eletti,

resulta el sentimiento más incomprendido         risulta essere il sentimento più incompreso

y el peor interpretado.                                         ed il più malamente interpretato.

No admite sobras ni dobleces,                            Non ammette ombre né doppiezza,

rusticidades ni renunciamientos,                         scorrettezze né omissioni,

exige en cambio sacrificio y valor,                       esige in cambio sacrificio e valore,

comprensión y verdad.                                        comprensione e verità.

¡ Verdad ! Por sobre todas las cosas.                 Verità ! Soprattutto.

 

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