Vivere il Rotaract – Vivere un’avventura!

di Clara Pavesi , R.D. Rotaract D.2050 2014/15

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Rappresentare il Distretto Rotaract 2050 in occasione dello scorso anno sociale (A.S.2014/15)  è stato un grandissimo onore, un’avventura certamente complessa e  un’esperienza entusiasmante  di impegno, di crescita, di amicizia.

La splendida opportunità di  servire il nostro distretto in prima linea ha rappresentato per me una sfida, ma al contempo  mi ha lasciato soddisfazioni incredibili perché ho finalmente avuto l’occasione, quasi in un debito di riconoscenza, di mettermi a disposizione di tutti i club e provare a ricambiare tutto ciò che il Rotaract  mi ha regalato in questi 9 anni.

Come Team Distrettuale ci siamo proposti di lavorare sul fronte dei service locali, di quelli internazionali, sul fronte della divulgazione di alcune tematiche importanti per le nostre comunità, sull’ importanza di creare occasioni di formazione, occasioni di incontro con club vicini, lontani o perché no stranieri, indirizzare la leadership, stimolare i soci.

Le nostre intenzioni si sono trasformate in 5 punti programmatici derivati da una sintesi degli obiettivi indicati nello statuto Rotaract e quelli del piano strategico che ci suggerisce il Rotary International.

  1. Rafforzamento dei Club, quindi espansione e formazione.
  2. Focus on Service, l’attività di interesse pubblico a livello locale, nazionale e internazionale.
  3. Comunicazione e Immagine, sia interna che esterna, sfruttando i social media.
  4. Crescita Personale dei soci, sviluppando la leadership e la professionalità.
  5. Rapporto Rotary –Rotaract, quali partner in service, condividendo attività e iniziative.

Gli obiettivi erano sicuramente ambiziosi, ma con l’impegno di tutti siamo riusciti a lasciare un segno, a fare la nostra piccola parte per supportare la comunità e formare i nostri soci.

Abbiamo messo particolare cura nella volontà di lasciare ai club tutti gli  strumenti necessari affinché questi potessero essere sempre più forti ed efficienti,  al fine di valorizzarli e  supportarli quali nucleo fondante del nostro sodalizio.

Ammetto che uno degli obiettivi che ci siamo dati, nonostante l’impegno, meriti rinnovata attenzione, in particolare abbiamo notato come  nella società contemporanea, forse condizionata da retaggi del passato, l’immagine del Rotaract sia spesso sfocata, o peggio, distorta. Di conseguenza sarà necessario incrementare la nostra azione, intervenire a livello di comunicazione per far comprendere realmente quale possa essere  il vero valore del Rotaract e l’azione positiva che svolge nella comunità sia sul fronte dei progetti di service che sulla formazione dei giovani.

Gli sforzi sono stati tanti e in generale, a consuntivo, non possiamo che essere soddisfatti delle nostre attività in relazione ai traguardi che ci eravamo inizialmente posti.

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La sfida più difficile è stata quella di motivare i club, motivare i soci, spronarli a fare meglio, a impegnarsi in modo attivo sul territorio, a unirsi per portare avanti progetti sinergici.

Nella maggior parte dei casi abbiamo trovato collaborazione, entusiasmo, passione, ma talvolta è stato complicato sentirsi un “Donchisciotte contro i mulini a vento”, quando è capitato di scontarci contro il disinteresse o il disimpegno, ma non ci siamo arresi e abbiamo cercato di coinvolgere le persone, di assegnare loro delle responsabilità, di richiamarli ai valori fondanti della nostra associazione.

Mi auguro  che tutte le persone che si sono lasciate trasportare dagli ingranaggi di questa grande ruota abbiano avuto le soddisfazioni che meritano, l’occasione di crescere e di cimentarsi con esperienze che possano aver contribuito alla loro formazione personale.

Dicono che il Rotaract sia una sorta di palestra di vita, non si sbagliano. Questa realtà fornisce  ai giovani l’occasione di uscire dalla propria “zona di comfort” e misurarsi con esperienze e situazioni che spesso non capita di affrontare nell’ambiente familiare, scolastico o accademico al fine di acquisire competenze nuove di cui far tesoro per la futura professione.

Coordinare tutte le attività, iniziative, progetti del Distretto è stata impegnativo, ma è stata soprattutto un’esperienza preziosa, un’esperienza che mi ha permesso di misurarmi con situazioni nuove, venire in contatto con tante persone, consoci, professionisti rotariani e non, e attraverso l’esperienza degli altri ho arricchito la mia, indirizzandola e facendo il possibile per lasciare un segno positivo sul territorio su cui il nostro Distretto opera.

Organizzare service, eventi distrettuali più o meno complessi, gestire i rapporti coi distretti vicini e con il Rotary, cercare di comprendere le esigenze del territorio e aiutare i club a rispondervi mi ha permesso di imparare nuove competenze: lavorare in team, parlare in pubblico, organizzare progetti e reperire le risorse per realizzarli, esercitare la leadership, disporre di budget, assegnare compiti e responsabilità, imparare a delegare.

Certo, non ero da sola! In quel gran polverone di compiti, mansioni, responsabilità sono stata affiancata da persone meravigliose che mi sono state vicine, persone che mi hanno aiutata e senza le quali nulla sarebbe stato possibile. Ho avuto modo di consolidare alcuni rapporti di amicizia, di scoprirne di nuovi, alcuni forse anche di perderli ma devo dire a livello umano è stata un’esperienza arricchente unica e irripetibile.

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Il Rotaract è fatto di amicizie, di sentimenti, di momenti divertenti trascorsi insieme, di trasferte più o meno impegnative e sforzi organizzativi accanto agli amici di sempre e a quelli nuovi, è fatto di condivisione di bei momenti ma anche di preoccupazioni e la cosa migliore è che le difficoltà si affrontano insieme. Senza tutto questo… non sarebbe Rotaract.

Ogni RD, ogni presidente, ogni socio che si cimenta in un incarico nel Rotaract, se dovesse pensare di ricominciare a farlo al termine dell’annata, credo abbia la netta sensazione di poterlo fare meglio, anche  alla luce dell’esperienza acquisita….

Ma la forza e la magia del Rotaract  e oserei dire per fortuna, se me lo permettete,  sta nella rotazione, nel valore educativo di avere un tempo determinato per lasciare un segno, nella consapevolezza che affrontare un’altra volta lo stesso incarico non sarebbe altrettanto formativo ed entusiasmante, soprattutto per i Rotaractiani che stanno tutti  affrontando un percorso di crescita. E’ meraviglioso che ciascuno di noi abbia l’occasione di mettersi in gioco, di fare la propria parte per portare un miglioramento, o per provare a farlo. Ciascuno di noi ha 365 giorni per fare la differenza, per lasciare un segno.

Noi abbiamo davvero cercato di fare il possibile, impegnandoci come gruppo, impegnandomi con tutta me stessa per sostenere i valori della nostra associazione e per portarli nei club.

Ogni Past RD lasciando da parte gli interessi personali e per il bene del Rotaract, dovrebbe sperare che l’anno successivo non possa che andare meglio, augurandosi che dalle basi lasciate, il suo successore possa aggiungere un mattone dopo l’altro per porsi obiettivi sempre più positivamente ambiziosi e raggiungere risultati sempre più importanti, e io non posso che essere felice e orgogliosa dello splendido lavoro di Luca Bianchini e del nuovo team Distrettuale.

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In conclusione, vorrei riportare quella che è stata la parte più personale di questa esperienza.

Ho fatto certamente alcune rinunce, togliendo tempo ed energie agli affetti e più in generale alle altre componenti della mia vita, ho discusso, a volte mi sono scoraggiata, mi sono confrontata con sfide continue e spesso ho avuto paura.

La questione però è un’altra… É stato anche e soprattutto un anno di sorrisi, di servizio, di soddisfazione e di gioia, di crescita e di scoperta, di impegno e di passione.

Ho conosciuto persone splendide, mi sono rapportata a nuove esperienze, ho viaggiato, mi sono messa in gioco fin in fondo, ho avuto l’occasione di fare la mia parte per lasciare qualcosa di buono alla nostra comunità. Ho capito quali sono i miei punti di forza, ma soprattutto quali sono i miei limiti, cosa posso e devo ancora imparare, su cosa devo lavorare per diventare una persona migliore.

Questa è l’importante lezione che ancora una volta mi lascia la grande palestra di vita che è il Rotaract.

Sicuramente avrò fatto degli errori, ma ho fatto tutto il possibile per il bene del nostro Distretto e del territorio, ci ho messo tutta la passione e la dedizione che era in me, e in ogni caso l’ho fatto col cuore.

Posso certo dire che il Rotaract mi ha regalato un’esperienza che ricorderò per tutta la vita.

Chiudo col motto che mi ha – e ci ha – accompagnato per un anno…

Dream big, work hard and …. “Make it happen!”

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