Due grandi rotariani

Dott. Luigi Zarotti, geologo, socio del R.C. Reggio Emilia

Se oggi la terribile malattia Poliomielite è quasi debellata dal pianeta Terra lo dobbiamo a questi due grandi Rotariani: Sabin scopritore del vaccino antipolio e Mulitsch ideatore e sostenitore del progetto antipolio, poi diventato Polio Plus.

  Sabin Mulitsch fotoAlbert Bruce Sabin

Una delle più terribili malattie che minacciavano i bambini era la poliomielite o paralisi infantile. “Era” perché oggi siamo quasi sul punto di dire che è stata vinta. La poliomielite si scatenava in tutto il mondo, ma specialmente negli Stati Uniti. Ne era stato colpito da piccolo anche il Presidente Roosvelt e per questo aveva istituito la “Fondazione Nazionale per la Paralisi Infantile” sempre pronta a mettere grosse somme a disposizione degli scienziati che lottavano contro la polio. Dopo tanti anni di ansia, ecco una prima vittoria. Nel 1955 il Dr. Jonas E. Salk scoprì un rimedio contro la paralisi infantile. Si trattava di tre iniezioni che vennero praticate a milioni di bambini in tutto il mondo. E ne salvarono tanti, ma non tutti, perché erano iniezioni preventive e non curative. Cioè se erano fatte a chi aveva già il virus della polio nel sangue non potevano fermarlo. Un vaccino, quindi, ma ben poco comodo da somministrare.

Nel 1906 era nato a Byalistok, un villaggio della Polonia, Albert Sabin. Già da bambino sognava di poter studiare medicina e un giorno, lo colpì profondamente la frase di un libro che il maestro lesse in classe: “Non cercate altro premio, o una grande ricompensa su questa terra, se non la gioia spirituale che possiede solo chi sa donare”. Albert non la dimenticherà più. Del resto aveva già deciso di donare tutte le sue forze per il benessere dell’umanità. Dopo una trentina di anni Albert si  era trasferito in America, si era laureato in medicina e praticava la pediatria. Cercava di curare anche i piccoli colpiti dalla poliomielite, ma si poteva fare ben poco. Ogni volta che vedeva un bambino paralizzato da quel male sentiva il cuore stringersi come in una morsa di ferro. E allora decise di dare la caccia ai virus della polio. Fu una lunga e difficile caccia.

Passarono gli anni, ma Sabin non si arrese e non perse la speranza. Lavorava all’Università dell’Ohio quando Salk praticava le prime iniezioni. Sabin scoprì un vaccino  che poteva essere somministrato ponendone poche gocce su una zolletta di zucchero da ingoiare. Lo aveva provato su uno scimpanzé, su sé stesso, su altri volontari adulti, ma bisognava provarlo sui bambini e disse a sé stesso: “Ci sono le mie piccole Deborah e Amy”, così nel 1957sperimentò il vaccino sulle figlie. Aveva lavorato tanto, ma era arrivato alla meta ed aveva rifiutato di brevettare il vaccino e, non volendo guadagnare sulle vendite, regalò la sua grande scoperta ai bambini del mondo. Ne era felice e continuò a studiare dando la caccia ai virus per poter vincere altri morbi. Per riposarsi curava il giardino: “I fiori” diceva “mi ricordano i bambini per i quali ho speso tutta la mia vita”.

 

Sergio Mulitsch De Palmenberg

Sergio Molitsch De Palmenberg, discendente da un’antica nobile famiglia di industriali di origine goriziana, era nato nel 1923 a Trieste e in questa città svolse i suoi studi classici ed universitari.

Da una sua grande intuizione, quando era socio fondatore del Rotary Club Treviglio, nacque il programma (poi progetto) per la vaccinazione antipolio dei bambini dei paesi in via di sviluppo quali, fra i primi, le Filippine ed il Marocco.

Circolano informazioni e dati piuttosto nebulosi, quanto imprecisi, sull’origine storica del Programma Polio-Plus e sul ruolo svoltovi all’inizio da Sergio Mulitsch e dal R.C. di Treviglio e della Pianura Bergamasca.  Si sapeva che nell’ambito del Programma “3H” (Hunger = fame, Health = salute e Humanity = umanità) nel 1978 era stato proposto e adottato dal Rotary International un importante progetto per l’immunizzazione contro diverse patologie e malattie infettive da attivare su larga scala nei paesi in via di sviluppo.

Mancavano però riferimenti documentati su dove, come, quando e da chi fosse partita l’iniziativa per mettere a punto la prima fase operativa concretatasi, nel febbraio 1980, con l’invio da Fiumicino delle prime 500.000 dosi di vaccino Sabin contro la poliomielite, destinati ai bambini delle Filippine.

Con una paziente e meticolosa ricerca negli archivi si possono ricostruire, passo  passo, i vari momenti che hanno visto nascere e diventare operativo il programma Polio Plus.

Forse è venuto il momento, doveroso, di rivisitare la storia e di parlare del Italian Vaccine Program e di un piccolo Rotary Club di provincia, da poco costituito, che ne fece il suo primo “service”, aderendo con entusiasmo alla proposta del suo Socio Fondatore Sergio Mulitsch di Palmenberg.

Proprio perché è un fatto di importanza mondiale, voglio ricordare oggi Sergio Mulitsch di Palmenberg, l’uomo che alla fine degli anni 70 maturò l’idea di sconfiggere il virus della poliomielite nel mondo entro l’anno 2005, centenario della fondazione del Rotary.

Quello che inizialmente era un sogno e che negli anni ottanta si era tramutato in una splendida serie di iniziative di solidarietà mondiale, oggi è una realtà: la polio  sta per essere debellata nel mondo.

L’idea, che non  è nata lontano da noi, e neanche da un addetto ai lavori, scaturisce dalla mente di Sergio Mulitsch, un rotariano lombardo, industriale di professione.

Egli, appena ebbe notizia della possibilità di vaccinare i bimbi contro la polio, ne intuì immediatamente l’alto valore umanitario.

Con tempismo, con coraggioso spirito imprenditoriale e generosità rotariana, si adoperò per studiare la fattibilità e la gestione del progetto. Non si trattava infatti di lanciare solo una raccolta di fondi, bensì di scegliere i vaccini e mettere a punto la strategia della loro somministrazione, disporre di imballaggi adatti per la conservazione dei farmaci a bassa temperatura, organizzare la spedizione sino alle aree di utilizzo, trovare uomini disponibili a gestirne la distribuzione.

Mulitsch, per impostare ed avviare un valido programma operativo, in pochi mesi di perseverante lavoro, contattò diverse Università, la FAO, l’Istituto Sieroterapico Sclavo di Siena, vari Ministeri. Dopo un lavoro febbrile, seppe fornire a Stucky, coordinatore a

Evaston del programma 3H, un documento in cui si definivano tutti i dettagli tecnici e organizzativi di un possibile piano di vaccinazione antipolio, a cui, egli pensava, avrebbero potuto aderire tutti i Distretti Rotariani d’Italia.

Da Evaston giunsero espressioni di ammirazione per il programma di azione proposto, ma occorrevano subito almeno un milione di dosi del vaccino.

Egli rispose che se il programma da lui prospettato poteva inquadrarsi nelle attività del Rotary International, il Club di Treviglio e della Pianura Bergamasca, presieduto da Angelo Pellegrini, d’accordo con il proprio Governatore Valgimigli, si sarebbe assunto la responsabilità diretta della conduzione del progetto, secondo le direttive di Evanston.

Una raccolta di fondi effettuata da 24 Rotary Club italiani, dal Rotaract di Bassano del Grappa e da 4 Governatori italiani, consentì di spedire nelle Filippine, nella seconda metà di gennaio del 1980, 500.000 dosi di vaccino prodotte in Italia. Così ebbe inizio la campagna mondiale contro la polio. Su quel primo viaggio aereo di speranza, a controllare la riuscita dell’operazione vi era Sergio Mulitsch.

E’ solo il sentire rotariano, accompagnato da entusiasmo ed ottimismo, che ha spinto Sergio Mulitsch e i suoi amici ad aiutare gli altri.

Paul Harris diceva: “l’ottimismo, per quanto io ne sia a conoscenza, ha sempre avuto la meglio. Buoni propositi, nobili ambizioni, hanno avuto sempre l’ultima parola”. E l’hanno avuta i nostri amici di Treviglio, di Desenzano, di Gardone, che insieme a Sergio Mulitsch hanno scritto una bella e grande pagina di solidarietà umana che rimarrà nel tempo, anche nella storia della medicina e dello sviluppo.

Già nel Maggio del 1981, il Dr. Albert Sabin, ideatore del vaccino, con il quale Mulitsch collaborava attivamente, disse: “Sono a conoscenza di quanto il Rotary ha fatto per la poliomielite e so che voi in Italia siete stati all’avanguardia tra i Rotary Club di tutto il mondo nell’avviare l’azione contro questo terribile flagello”.

Kofi Annan, vent’anni dopo, nell’Aprile del 2001 disse: Voglio ringraziare il Rotary International per la sua straordinaria leadership in un campo proprio delle Nazioni Unite: la lotta contro la polio. Voi siete stati la coscienza sempre presente del problema.

Il Programma Polio Plus venne approvato come “Corporate Project” del Rotary International, la qual cosa rese obbligatorio il sostegno finanziario da parte della Rotary Foundation.

Nel settembre 1986 si svolge a Chicago l’Assemblea Generale Internazionale dei Governatori per il lancio del Progetto PolioPlus alla presenza di Albert Sabin e sono presenti i 9 Governatori d’Italia.

Nel suo messaggio Albert Sabin disse: “il faro della scienza non brillerà a pieno fino a quando questo vaccino non raggiungerà la capanna più sperduta del mondo. Voi rotariani ne sarete artefici”.

Di Sergio Mulitsch si può affermare che ha speso gli ultimi anni della sua vita per la lotta alla Poliomielite, e per realizzare tanti altri progetti. Il fenomeno coinvolse tutti. Questo grande rotariano è morto a Londra per una malattia contratta nelle Filippine lavorando, fino alla fine, su tanti altri progetti umanitari e dopo avere guidato personalmente l’ennesima campagna di vaccinazione

Prima di chiudere devo ringraziare il Club di Treviglio delle Valli bergamasche per il cospicuo materiale fornitomi e i diversi autori che hanno scritto su Sergio Mulitsch, dai quali ho potuto attingere dati e notizie. Il lavoro, qui presentato in sintesi, mi ha permesso di conoscere quest’affascinante progetto che ogni uomo vorrebbe aver fatto e di cui noi rotariani italiani dobbiamo esserne fieri. Pensare in grande aiuta a fare grandi cose.

Da ultimo, a questi due eminenti rotariani, che con la loro ferrea volontà hanno salvato milioni di bambini da morte certa e consentito ad oltre 2.5 miliardi di bambini di vivere una vita normale, va il nostro più sentito e riverente riconoscimento e non va dimenticata la loro straordinaria opera umanitaria. Sia essa di esempio e simbolo di pace fra tutti gli uomini della Terra.

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